Il mese di marzo nei Colli Prenestini non è solo l’inizio della primavera, ma anche un momento cruciale per il settore enogastronomico, con le cantine che si preparano all’apertura stagionale e celebrano i frutti della vendemmia tardiva. Nel marzo 2025, in particolare, l’attenzione si è concentrata sulla valorizzazione del Cesanese del Piglio DOCG e del Bianco di Zagarolo DOC, due eccellenze che definiscono l’identità vitivinicola di quest’area.
A Zagarolo, e nei comuni limitrofi, diverse cantine hanno organizzato a metà marzo i tradizionali “Porte Aperte in Cantina” in collaborazione con la Strada dei Vini dei Colli Prenestini. Questi eventi, spesso concentrati nei fine settimana, non sono semplici degustazioni, ma veri e propri workshop dedicati all’affinamento e all’invecchiamento dei vini. I visitatori di marzo 2025 hanno potuto assaggiare le riserve della vendemmia 2023, apprendendo direttamente dai produttori le tecniche di potatura secca, un’attività fondamentale in questo periodo dell’anno. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di promuovere il turismo di prossimità, attirando visitatori da Roma e dai Castelli Romani prima della piena stagione estiva.
A Palestrina, il Museo Archeologico Nazionale “Giovanni Marasà”, pur focalizzato sull’arte antica, ha ospitato un convegno sull’importanza della viticoltura prenestina nell’antichità, collegando la storia del Vitis Vinifera con le attuali produzioni di eccellenza. Questa iniziativa culturale, supportata dalle Amministrazioni locali dei Colli Prenestini, ha mirato a rafforzare il brand territoriale, unendo la storia millenaria del genius loci con il marketing enologico moderno.
Le iniziative di marzo 2025 nei Colli Prenestini hanno confermato la volontà delle aziende agricole e delle Amministrazioni di fare squadra, utilizzando l’arrivo della primavera come opportunità per riaccendere i riflettori sul loro patrimonio enogastronomico. La promozione mirata, incentrata sull’alta qualità e sull’esperienza diretta in cantina, ha contribuito a posizionare l’area non solo come meta storica, ma come polo d’eccellenza per l’enoturismo laziale.








