81º anniversario – Cerimonia commemorativa del 25 maggio 2025

Capranica Prenestina ricorda le vittime del bombardamento del 23 maggio 1944 81º anniversario – Cerimonia commemorativa del 25 maggio 2025 Domenica 25 maggio 2025 si è svolta a Capranica Prenestina la cerimonia commemorativa per l’81º anniversario del bombardamento che colpì il paese il 23 maggio 1944. Alle ore 11:00, da Piazza Aristide Frezza, è partito il corteo accompagnato dalla Banda Musicale “La Forma” di Serrone, che ha attraversato le vie del centro storico fino al cimitero comunale. Qui è stata celebrata la Santa Messa in suffragio delle vittime, seguita dalla deposizione della tradizionale corona di fiori presso il monumento dedicato ai caduti del bombardamento. La commemorazione è proseguita alle 12:30 nella piazzetta di via Fratelli Bossi, con l’inaugurazione della nuova targa in memoria delle vittime del 23 maggio 1944. Erano presenti le autorità civili e religiose, la Pro Loco di Capranica Prenestina, il Centro Anziani, la Protezione Civile, la nostra Vigilessa e i numerosi cittadini. Nel suo intervento, il Sindaco ha ricordato i nomi delle vittime di Capranica Prenestina, Palestrina, Albano Laziale e Rocca di Cave, inaugurando ufficialmente la targa commemorativa, su cui è incisa una significativa citazione di Papa Francesco: «È sempre possibile ricominciare, anche dalle macerie.» A seguire, sono stati letti alcuni brani tratti dal libro “Si sa chi” di Antonio Rita, che raccoglie testimonianze e memorie legate al periodo bellico, insieme al resoconto ufficiale del bombardamento, redatto nel 1944 dal Sindaco dell’epoca, Marco Aurelio Pelliccioni. Momento particolarmente toccante è stato l’intervento del reduce Angelo Nazio, che ha condiviso con i presenti un commosso ricordo personale di quei tragici giorni. Un’occasione di memoria viva e partecipata, per non dimenticare le ferite della guerra e trasmettere alle nuove generazioni il valore della pace, della solidarietà e della resilienza. Dalla pagina Facebook del Comune di Capranica Prenestina https://www.facebook.com/comunedicapranicaprenestina/?locale=it_IT
Una Nuova Alba per la Chiesa Universale

Un nuovo capitolo si apre nella millenaria storia della Chiesa cattolica. Il Conclave, riunitosi in preghiera e discernimento, ha eletto come 267º successore di San Pietro il cardinale Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV. Una decisione che ha sorpreso molti, ma che si è subito rivelata carica di significati e simbolismi profondi, dando voce alla speranza di rinnovamento spirituale, giustizia e pace in tempi di grande incertezza. Un Papa venuto da lontano, vicino ai cuori Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, negli Stati Uniti, Robert Prevost incarna la figura di un pastore mite ma deciso, un uomo del dialogo e del servizio, con uno sguardo sempre rivolto agli ultimi. La sua esperienza è ricca e variegata: missionario per lunghi anni in Perù, poi superiore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, infine chiamato a Roma per guidare il Dicastero per i Vescovi e la Pontificia Commissione per l’America Latina. Una vita segnata da ascolto, studio e dedizione, che lo ha portato a conoscere da vicino le ferite e le speranze delle comunità cattoliche nel mondo. Ed è proprio questa sua capacità di stare accanto a chi soffre, di comprendere le sfide della modernità con spirito evangelico, che ha conquistato il Collegio cardinalizio in un momento cruciale per la Chiesa. Un messaggio di pace e disarmo Nel suo primo discorso al mondo, affacciandosi dalla Loggia della Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha scelto parole semplici ma profonde, capaci di toccare l’anima. Ha invocato la pace tra i popoli, un mondo senza armi, dove il dialogo e la fratellanza siano strumenti quotidiani di convivenza. Ha ricordato il messaggio del Cristo Risorto come luce che illumina ogni oscurità, chiamando i fedeli a una testimonianza viva e coraggiosa del Vangelo. Il nuovo Papa ha parlato con voce ferma, ma con lo sguardo pieno di compassione. Ha toccato i temi che gli sono cari: la crisi climatica, il dramma dei migranti, le povertà materiali e spirituali, la necessità di costruire una Chiesa che esca da sé per andare incontro al mondo. Un’eredità che raccoglie idealmente dal pontificato di Papa Francesco, proseguendo sul sentiero della misericordia, della sobrietà e della riforma. San Pancrazio ad Albano: un gesto che parla al cuore Tra i primi atti simbolici di Papa Leone XIV, spicca la sua scelta di legare il proprio pontificato alla parrocchia di San Pancrazio ad Albano Laziale, una delle diocesi suburbicarie storicamente collegate al Papa. Un gesto che ha subito colpito i fedeli dei Castelli Romani e non solo, rilanciando il valore delle Chiese locali come laboratori di fede e comunità. La vicinanza a San Pancrazio non è soltanto una scelta affettiva o formale, ma rappresenta il desiderio di un Papa che vuole essere vicino alla gente, alle periferie spirituali e geografiche, ai territori spesso dimenticati. Un legame profondo con il Perù e l’America Latina Non è mancato, nel suo primo saluto da Pontefice, un pensiero affettuoso per la diocesi di Chiclayo, in Perù, dove ha operato come missionario. In quelle terre, il futuro Papa ha maturato una profonda sensibilità per i problemi dell’America Latina, per la sofferenza delle popolazioni indigene, per la bellezza di una fede vissuta in mezzo alle difficoltà. Il suo legame con il continente sudamericano sarà certamente uno dei punti di forza del nuovo pontificato, che si preannuncia attento alle dinamiche globali ma con un cuore ben radicato nelle realtà locali. Una guida per tempi complessi L’elezione di Papa Leone XIV giunge in un momento storico complesso: guerre, crisi ambientali, disuguaglianze crescenti, sfiducia nelle istituzioni. Di fronte a tutto questo, la figura del nuovo Pontefice si propone come punto di riferimento, voce profetica e guida morale. Il suo stile sobrio e la sua profonda preparazione dottrinale rappresentano un ponte tra la tradizione e le esigenze del presente, tra la fedeltà al Magistero e la necessità di parlare all’uomo contemporaneo. Un pontificato di speranza e rinnovamento La Chiesa cattolica guarda ora a Leone XIV con occhi colmi di attesa. Il suo pontificato si apre sotto il segno della speranza, del servizio e del rinnovamento. Il mondo ha bisogno di voci che sappiano costruire ponti, abbattere muri, indicare orizzonti di pace. Papa Leone XIV sembra pronto a raccogliere questa sfida, con l’umiltà dei santi e la fermezza dei veri pastori. Inizia così una nuova stagione per la Chiesa universale, guidata da un uomo che ha camminato a lungo accanto al popolo di Dio, e che ora si mette al servizio di tutti, con cuore aperto e fede incrollabile.
Storia Tradizione e una Gita Enogastronomica

Il primo maggio, Festa dei Lavoratori, è una ricorrenza intrisa di storia e significato sociale. Questa giornata, celebrata in molti paesi del mondo, commemora le lotte operaie per la riduzione dell’orario di lavoro e per condizioni di lavoro più umane. Le sue radici affondano nel lontano 1886, quando negli Stati Uniti scoppiò una grande protesta culminata nei tragici eventi di Chicago. Da allora, il primo maggio è diventato un simbolo delle rivendicazioni dei lavoratori e un’occasione per riflettere sull’importanza dei diritti e della dignità nel mondo del lavoro. In Italia, la Festa dei Lavoratori è un giorno festivo che spesso coincide con un lungo ponte primaverile, un’opportunità ideale per concedersi una pausa dalla routine quotidiana e scoprire le bellezze del territorio. Tra le mete più suggestive e facilmente raggiungibili dal Lazio, spiccano i Monti Prenestini, un’oasi di tranquillità e sapori autentici a breve distanza dalla Capitale. Quest’area montuosa, caratterizzata da borghi medievali arroccati, paesaggi collinari e una ricca tradizione enogastronomica, offre un rifugio perfetto per chi desidera immergersi nella natura, nella storia e nei piaceri della tavola. Il primo maggio diventa così un’occasione speciale per esplorare questo angolo di Lazio, magari approfittando del clima mite e dei profumi della primavera. I Monti Prenestini sono costellati di borghi affascinanti, ognuno con la propria storia e peculiarità. Palestrina, l’antica Praeneste, con il suo imponente Santuario della Fortuna Primigenia, offre non solo testimonianze archeologiche di inestimabile valore, ma anche scorci panoramici mozzafiato sulla valle sottostante. Passeggiare per le sue strette vie, scoprire botteghe artigiane e assaporare i prodotti tipici è un’esperienza che arricchisce l’anima e il palato. Salendo verso l’interno, si incontrano altri gioielli come Cave, famosa per il suo centro storico ben conservato e per le sue tradizioni popolari, e Genazzano, con il maestoso Castello Colonna e il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, meta di pellegrinaggi e custode di opere d’arte. Ogni borgo offre un’atmosfera unica, un intreccio di storia, cultura e tradizioni che si manifestano anche nella sua cucina. L’enogastronomia dei Monti Prenestini è un vero tesoro da scoprire. La zona è rinomata per la produzione di olio extravergine d’oliva di alta qualità, grazie alla presenza di uliveti secolari che punteggiano le colline. Le olive locali, sapientemente lavorate, danno vita a un olio dal sapore intenso e fruttato, perfetto per condire i piatti della tradizione. Tra le specialità locali spiccano i formaggi, spesso prodotti artigianalmente con latte di pecora e di mucca allevate sui pascoli montani. Dal pecorino romano DOP alle gustose ricotte, la varietà è ampia e saprà soddisfare anche i palati più esigenti. Non mancano i salumi, frutto di antiche tecniche di lavorazione delle carni suine, che regalano sapori intensi e genuini. La cucina prenestina è una cucina semplice ma ricca di gusto, basata su ingredienti freschi e di stagione. Tra i piatti tipici si possono gustare la pasta fatta in casa, condita con sughi saporiti a base di carne o verdure, la polenta, spesso accompagnata da spezzatini o formaggi fusi, e le carni alla brace, cotte lentamente per esaltarne il sapore. E per accompagnare degnamente questi sapori, non si può dimenticare il vino. Le colline prenestine ospitano vigneti che producono vini rossi e bianchi dal carattere deciso e aromatico, perfetti per esaltare i piatti della tradizione locale. Trascorrere il ponte del primo maggio sui Monti Prenestini significa quindi immergersi in un contesto naturale e culturale di grande fascino, lontano dal caos cittadino. È un’opportunità per riscoprire il piacere di passeggiate tra borghi antichi, di degustazioni di prodotti genuini e di momenti di relax in un ambiente autentico e accogliente. Che siate appassionati di storia, amanti della buona cucina o semplicemente in cerca di una pausa rigenerante, i Monti Prenestini sapranno offrirvi un’esperienza indimenticabile in occasione di questa significativa festa.
50 mila piante a Capranica Prenestina

Capranica Prenestina, situata nei Monti Prenestini, si distingue per un ambizioso progetto di forestazione, con la piantumazione di 50.000 piante di alberi autoctoni. Quest’iniziativa è parte di un impegno ambientale significativo per ripristinare e ampliare le aree boschive locali, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico e alla protezione della biodiversità. Oggi, il progetto ha preso vita con la visita del Vicesindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale, Pierluigi Sanna, accompagnato dai Consiglieri Metropolitani Alessia Pieretti e Roberto Eufemia, insieme al Sindaco di Capranica Prenestina, Francesco Colagrossi. Questa delegazione ha esplorato l’area delle recenti piantumazioni, affrontando le sfide del terreno impervio e dei declivi, risolti grazie all’uso di animali da soma per il trasporto dei materiali, simile a quanto fatto a Segni. I Monti Prenestini presentano una complessa geologia, con pianori, colline e sedimenti vulcanici dei Castelli Romani, oltre a montagne e falesie più antiche. Le scelte di piantumazione hanno privilegiato alberi come aceri, frassini, cerri, carpini e specie arbustive come rosa canina, sorbo, viburno e corniolo, adattati alle condizioni locali geologiche e atmosferiche. Questo progetto, parte dell’iniziativa RM04 per i Monti Lepini e Prenestini, abbraccia una visione avanzata di rimboschimento, supportata da una manutenzione costante per cinque anni per garantire la crescita e sostituire le eventuali perdite di piante. I nuovi boschi risultanti sono caratterizzati da un’elevata diversità floristica, offrendo benefici ecologici come l’assorbimento di CO2 e la mitigazione del cambiamento climatico. La Città Metropolitana di Roma Capitale, attraverso il PNRR, sta non solo ripristinando e ampliando le aree boschive, ma anche arricchendo le possibilità di fruizione turistica delle Monti Prenestini. Questo sforzo mira a migliorare le condizioni di vita e di benessere per i cittadini, preparandosi a un possibile spostamento verso le zone collinari e montane in futuro. In questo contesto, l’area di Capranica Prenestina, vicina alla zona speciale di conservazione di Monte Guadagnolo, continua a essere un punto di riferimento per l’ambientalismo e le attività outdoor, promuovendo una gestione sostenibile del territorio e un maggiore contatto con la natura. Pierluigi Sanna, Vicesindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza di questi sforzi per il miglioramento ambientale e sociale della regione, evidenziando il ruolo cruciale di tali progetti nel contesto delle sfide climatiche attuali e future. FONTE https://www.cittametropolitanaroma.it/notizia/forestazione-50-mila-piante-a-capranica-prenestina-sanna-unopera-di-riqualificazione-del-territorio-che-guarda-anche-alle-migliori-condizioni-di-vita-e-di-benessere-peri-cittadini/
Una Notte di Cultura e Passione a Palestrina

Venerdì 4 aprile 2025, a partire dal tardo pomeriggio, l’Istituto di Istruzione Superiore Eliano Luzzatti di Palestrina darà vita a un evento speciale, capace di coniugare tradizione e innovazione: la “Notte Nazionale del Liceo Classico”, giunta all’undicesima edizione. Si tratta di una manifestazione nazionale che coinvolge centinaia di scuole e che, anno dopo anno, riesce a rinnovare l’attenzione e l’interesse per le radici classiche del pensiero occidentale. Nel corso della serata, dalle ore 18:00 fino a tarda sera, le aule, i corridoi e gli spazi comuni dell’istituto si trasformeranno in un vero e proprio laboratorio culturale aperto alla cittadinanza. Il programma prevede momenti di spettacolo, approfondimenti letterari, esposizioni artistiche e incursioni musicali che metteranno in luce il talento degli studenti e l’impegno dei docenti. L’iniziativa nasce per offrire a tutti – non solo a chi frequenta il liceo – l’occasione di avvicinarsi in modo dinamico e coinvolgente al mondo della classicità. Il greco, il latino, la mitologia e i grandi testi della letteratura antica torneranno a vivere attraverso letture animate, performance teatrali e reinterpretazioni contemporanee, grazie alla creatività e alla passione dei ragazzi. In un tempo in cui tutto corre veloce, fermarsi a riflettere sul pensiero dei filosofi antichi o sull’armonia di un verso di Orazio diventa un gesto rivoluzionario. Sotto la direzione della dirigente scolastica Manuela Cenciarini, il corpo docente ha lavorato con entusiasmo per costruire un percorso variegato che valorizzi le competenze degli studenti anche oltre i confini della lezione tradizionale. Non mancheranno infatti momenti di partecipazione attiva del pubblico, coinvolto in laboratori linguistici e attività esperienziali pensate per rendere accessibili anche ai non addetti ai lavori le strutture della lingua latina e le radici etimologiche del nostro vocabolario quotidiano. Particolarmente attese sono le esibizioni teatrali, in cui i giovani attori porteranno in scena testi classici rielaborati in chiave moderna, accostando parole antiche a scenari attuali. Ci sarà spazio anche per le arti visive, con esposizioni ispirate ai miti greci e romani, frutto del lavoro creativo degli studenti. Le note della musica, infine, accompagneranno l’intera serata, evocando atmosfere d’altri tempi ma con arrangiamenti moderni e suggestivi. La presenza di autorità locali, civili e militari, contribuirà a sottolineare l’importanza educativa e culturale dell’evento. In un periodo storico in cui l’interesse per le discipline umanistiche è spesso messo in discussione, momenti come questo dimostrano quanto sia ancora viva la forza del pensiero classico e quanto possa essere formativo per le nuove generazioni. L’ingresso è libero e aperto a tutti: famiglie, ex alunni, curiosi e appassionati. Un’occasione preziosa per vivere la scuola non solo come luogo di apprendimento, ma anche come centro pulsante di cultura, dialogo e sperimentazione artistica. All’Eliano Luzzatti di Palestrina, la notte del 4 aprile non sarà solo una celebrazione, ma un viaggio condiviso nel cuore della nostra memoria culturale, una festa del sapere che guarda al passato per comprendere meglio il presente. FONTE: https://www.iiselianoluzzatti.edu.it/
Labico: Storia Tradizioni e Sapori

Radici Storiche e Evoluzione del Nome Le prime tracce documentate di Labico risalgono all’VIII secolo, quando era noto come Fundum Longoienianum, un nome probabilmente derivato dal proprietario originario, un certo Longus. Inizialmente parte del patrimonio della Chiesa Romana, il territorio passò successivamente sotto il controllo di alcune delle più influenti famiglie nobiliari italiane, tra cui i Conti Tuscolani, i Conti di Segni, gli Sforza Santafiora, i Barberini e infine i Pamphili. Fu solo nel 1880 che il borgo assunse ufficialmente l’attuale denominazione di Labico, ispirata alla storica Via Labicana, antica strada consolare romana che lo attraversa. Figure Storiche di Rilievo Labico ha dato i natali a personalità di spicco nel panorama culturale e storico italiano. Tra queste, spicca Francesco de Ficoroni, noto per la celebre Cista Ficoronis, oggi custodita presso il Museo di Villa Giulia a Roma. Durante il XX secolo, il paese ha visto nascere Raffaele Aversa, uno dei martiri delle Fosse Ardeatine, e lo chef stellato Antonello Colonna, ambasciatore della tradizione gastronomica locale. Luoghi da Scoprire Il borgo conserva numerose testimonianze storiche e architettoniche di grande fascino: A pochi passi dal centro abitato, lungo la suggestiva Valle delle Canepine, si possono ammirare otto fonti e fontanili scavati nel tufo, risalenti all’epoca romana e ancora oggi alimentati da cunicoli sotterranei. L’area ospita inoltre i resti dello Stadio ad pictas e una grande cisterna romana, nota come “Grotta Mammea”. Tradizione Gastronomica Labico vanta una cucina ricca di sapori autentici, tramandata di generazione in generazione. Tra i piatti tipici troviamo: Nel cuore del borgo, passeggiando per le sue vie, si possono scorgere mattonelle in ceramica con incise le ricette dei piatti tradizionali, un’iniziativa che celebra e tramanda il patrimonio culinario locale. Prodotti Tipici e Eccellenze Locali Labico può vantare alcune eccellenze gastronomiche riconosciute con marchio De.Co. (Denominazione Comunale di Origine): Con la sua ricca eredità storica e culturale, Labico non è solo un borgo da visitare, ma un luogo da vivere, immergendosi nei suoi sapori, nelle sue tradizioni e nella sua atmosfera senza tempo.
La Storia di San Cesareo

San Cesareo vanta una storia affascinante e complessa, frutto delle molteplici vicende che hanno caratterizzato il territorio nel corso dei secoli. Situato sulle pendici nord-orientali dei Colli Albani, a un’altitudine di 315 metri sul livello del mare, si trova a circa 29 km da Roma, lungo il tracciato dell’antica via Casilina. Grazie alla sua posizione strategica, San Cesareo ha sempre rappresentato un punto cruciale per i collegamenti nella Campagna Romana sud-orientale ed è oggi un nodo fondamentale della rete autostradale nazionale. Nonostante la sua istituzione come comune sia avvenuta solo nel 1990, con la Legge Regionale n. 32 del 23 marzo, il territorio ha radici storiche profonde e un ricco patrimonio archeologico. L’area si inserisce nell’antico agro Labicano, tra le città di Tusculum e Praeneste, celebri per la fertilità del suolo, la produzione vinicola e le coltivazioni ortofrutticole. A partire dal II secolo a.C., accanto alle tradizionali fattorie agricole, sorsero le ville di otium appartenenti a figure di spicco dell’antica Roma. Tra queste, spicca quella di Giulio Cesare, che qui redasse il suo celebre testamento nel settembre del 45 a.C., pochi mesi prima della sua morte. Successivamente, l’area si sviluppò ulteriormente sotto le dinastie Giulio-Claudia e Flavia, fino all’ascesa di Massenzio, proclamato imperatore nel 306 d.C. dai pretoriani e dal popolo romano proprio in questa località. Nel periodo romano, il sito era conosciuto con il nome di Ad Statuas per la grande quantità di statue presenti nella zona e rappresentava un importante snodo lungo la via Labicana, da cui partivano diramazioni verso Praeneste, il Santuario della Fortuna Primigenia, il passo dell’Algidum sulla via Latina, Tusculum e Gabii. In questo centro, sorgevano locande, taberne ed edifici commerciali, costituendo una vera e propria statio romana. Alcuni resti archeologici, tra cui tratti basolati della via Labicana, sono stati rinvenuti tra il 1993 e il 1995 sotto l’attuale Largo Villa Giulio Cesare. Nel Medioevo, il territorio fu sotto il controllo dei Conti di Tuscolo, e nel 1050 i Monaci Basiliani della Badia Greca di Grottaferrata vi fondarono una grangia fortificata, dedicandola a San Cesareo in onore degli imperatori che avevano abitato questi luoghi. Dopo la distruzione di Tusculum nel 1191, alcuni superstiti trovarono rifugio nel borgo, noto nei documenti medievali come “Burgus et Castrum Sancti Caesarii”. Nel 1333, l’area divenne teatro delle guerre baronali tra i Colonna e gli Orsini, culminate in episodi di assedi e devastazioni che portarono al progressivo abbandono del castello nel XV secolo. Nel 1622, il feudo passò dai Colonna ai Ludovisi, che avviarono ricerche per recuperare opere d’arte antica, molte delle quali confluirono nella celebre Collezione Ludovisi. Nel 1670, San Cesareo divenne proprietà dei Rospigliosi Pallavicini, che trasformarono il territorio in una vasta tenuta agricola di oltre 1600 ettari. I lavoratori provenivano principalmente dai paesi limitrofi, soprattutto da Capranica Prenestina, e vivevano in insediamenti di capanne. Fu solo nel 1919 che l’Opera Nazionale per i Combattenti espropriò la tenuta, dando vita a un’azienda agricola modello e alla ricostruzione del centro abitato, inaugurato nel 1928. Nel secondo dopoguerra, San Cesareo conobbe un rapido sviluppo, passando da un’economia agricola a un settore commerciale e artigianale in forte espansione, grazie anche alla vicinanza con Roma. La Villa di Massenzio Ad est del Colle della Villetta, si trovano le rovine di un imponente edificio romano, noto in passato come “La Torraccia” o “La Rotonda di San Cesareo”. Si tratta di un ninfeo monumentale a pianta centrale, sviluppato su due livelli: l’esterno aveva una forma quadrata, mentre l’interno era circolare, con il piano superiore di conformazione ottagonale. L’area inferiore era caratterizzata da esedre circolari con ampie finestre, mentre le volte erano arricchite da decorazioni in lacunari ottagonali e pareti rivestite in marmi policromi. Le dimensioni originarie erano di circa 20,5 metri di diametro per un’altezza di 18 metri. L’analisi delle tecniche edilizie e della struttura colloca la costruzione all’inizio del IV secolo, periodo in cui l’imperatore Massenzio risiedeva nella zona. La villa è stata riscoperta nel 2010 e il Comune di San Cesareo è in attesa di finanziamenti dal Ministero dei Beni Culturali per avviare scavi e restauri, con l’obiettivo di riportare alla luce questo straordinario complesso archeologico di inestimabile valore.
British Institutes Valmontone: iscrizioni aperte ai corsi per bambini e adulti a.s. 2024/2025

Valmontone, 23 luglio 2024 – Il British Institutes di Valmontone annuncia l’apertura delle iscrizioni per l’anno scolastico 2024/2025, offrendo una vasta gamma di corsi per bambini e adulti. Con un approccio interattivo e coinvolgente, l’istituto mira a migliorare le competenze linguistiche in inglese attraverso programmi strutturati e divertenti. Corsi per bambini I corsi per bambini, suddivisi per fasce di età dai 3 ai 17 anni, sono progettati per sviluppare le capacità linguistiche attraverso attività ludiche e interattive. Gli insegnanti madrelingua utilizzano metodi didattici innovativi per stimolare la comunicazione spontanea in inglese. Le classi sono composte da un massimo di 8 studenti per garantire un’attenzione personalizzata e un ambiente di apprendimento ottimale. Corsi per adulti Per gli adulti, il British Institutes offre corsi di gruppo e personalizzati, adatti a vari livelli di competenza, dal principiante all’avanzato. I corsi di gruppo seguono i livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (CEFR), da A1 a C2, e prevedono un focus particolare su speaking e listening. Le lezioni si svolgono esclusivamente in inglese e sono organizzate in piccoli gruppi da 4 a 8 partecipanti. I corsi annuali possono essere suddivisi in moduli di 25 o 30 ore, con opzioni di 75 ore per i livelli A1-B1 e di 90 ore per i livelli B2-C2. I corsi personalizzati, invece, offrono flessibilità in termini di orari e percorsi formativi, permettendo agli studenti di iniziare in qualsiasi momento dell’anno e di definire il numero di ore necessarie per raggiungere i propri obiettivi. Test online e contatti Il British Institutes di Valmontone offre un test online gratuito per valutare il livello di conoscenza dell’inglese. Dopo il test, gli studenti vengono contattati da un consulente per un colloquio dettagliato. I ragazzi tra gli 11 e i 16 anni possono partecipare al test specifico della Junior Academy. Per ulteriori informazioni o per iscriversi ai corsi, è possibile contattare l’istituto al numero 06.959.61.31 o via email all’indirizzo valmontone@britishinstitutes.it. La sede si trova in via Artena, 71, Valmontone. Visita il sito ufficiale del British Institutes Valmontone per maggiori dettagli sui corsi e sulle modalità di iscrizione (British Institutes) (British Institutes).
Earth Day Italia

Il ritorno dell’Earth Day: dall’18 al 22 aprile, sono oltre 600 gli eventi sparsi per tutta Italia in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Ogni evento programmato mira a sensibilizzare il pubblico sui cruciali temi ambientali, come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e la deforestazione. Questi momenti rappresentano anche un’opportunità per promuovere azioni concrete a livello individuale, comunitario e governativo per affrontare le sfide ambientali. Per celebrare il 54° Earth Day, la più importante manifestazione ambientale delle Nazioni Unite che si tiene annualmente il 22 aprile, Earth Day Italia e il Movimento dei Focolari hanno annunciato le principali date ed eventi delle celebrazioni italiane. Dal 18 al 21 aprile, Roma ospiterà nuovamente il Villaggio per la Terra, un appuntamento ormai consolidato in primavera che coinvolge studenti e famiglie provenienti da tutta Italia in un ricco programma di attività dedicate alla natura, allo sport, alla musica e alla vita all’aria aperta. Circa 600 eventi, tutti gratuiti, daranno vita a questa grande festa nel suggestivo scenario della Terrazza del Pincio e del Galoppatoio di Villa Borghese. Le attività saranno organizzate da centinaia di organizzazioni della società civile e istituzioni, offrendo una vasta gamma di proposte adatte a tutti i gusti e le età. Il Villaggio per la Terra rappresenta un’opportunità unica per celebrare la bellezza del nostro pianeta e per riflettere sull’importanza di preservarlo. Attraverso laboratori, giochi, spettacoli e incontri con esperti, i visitatori avranno l’opportunità di approfondire le tematiche ambientali e scoprire nuove soluzioni per un futuro più sostenibile. Le celebrazioni italiane, già considerate dall’Earth Day Network di Washington come un esempio internazionale di eccellenza nella tutela del pianeta e nello sviluppo di una forte coscienza ecologica, assumeranno quest’anno un significato ancora più rilevante. Infatti, diventeranno un punto di riferimento iconico per il G7 Clima, Energia e Ambiente di Torino (previsto dal 28 al 30 aprile). Nella città piemontese sono previsti due eventi di grande valore simbolico, sostenuti dalla Regione Piemonte e dedicati al dialogo interculturale e intergenerazionale. Il primo evento, intitolato “Pace e Ambiente”, sarà un dialogo interculturale e interreligioso che vedrà la partecipazione di leader religiosi e culturali provenienti da diverse aree del pianeta. Questi leader si riuniranno per enfatizzare il ruolo dello sviluppo sostenibile come fondamentale per la costruzione di una pace solida e duratura. Il secondo evento, chiamato “Stati Generali dell’Ambiente per Giovani”, in collaborazione con il MASE e il MIM, coinvolgerà giovani universitari e gli ultimi anni delle scuole superiori di Roma e Torino, insieme a rappresentanti dei loro coetanei provenienti dai sette paesi del G7. Questi giovani parteciperanno a tavoli tematici per redigere un documento che sarà presentato ai sette Ministri dell’Ambiente impegnati nel G7. La sera del 22 aprile, all’Auditorium della Nuvola, sarà trasmesso in diretta su RaiPlay e su VaticanNews lo storico Concerto per la Terra di Earth Day Italia. A prendere il testimone dai numerosi artisti che si sono impegnati per un mondo più sostenibile sarà Luca Barbarossa con la sua Social Band, che dedicherà la serata al tema “Pace e Ambiente”, insieme ad altri artisti sensibili a questa causa.
Inceneritore di Roma: Problema Acqua

L’ambiente e la gestione delle risorse idriche nei comuni circostanti Roma sono al centro di una controversia in seguito ai piani di Acea per la costruzione di un impianto di termovalorizzazione. Il progetto, che coinvolge il prelievo di enormi quantità d’acqua da diverse fonti, sta suscitando preoccupazioni tra i residenti e le autorità locali. Prelievo d’acqua dal Depuratore di Pavona: Acea, l’azienda di proprietà al 51% del comune di Roma, ha pianificato di prelevare acqua dal depuratore di Pavona, situato nel comune di Albano, per alimentare il suo impianto di termovalorizzazione. Questo depuratore, attivo da anni e vicino a zone densamente popolate, è destinato a diventare una risorsa chiave per l’approvvigionamento idrico dell’inceneritore. La società intende costruire una condotta idrica lunga oltre 5 km per trasportare 14.400 litri d’acqua all’ora dal depuratore di Pavona al sito dell’inceneritore a Roma-Santa Palomba. Questo solleva preoccupazioni sulla sostenibilità e sulla possibile riduzione delle risorse idriche disponibili per Albano Laziale. Il Fiume Sotterraneo: La quantità prevista di acqua da prelevare, come descritto nel progetto di Acea, è paragonabile a un fiume sotterraneo che scorre costantemente dal depuratore di Pavona all’inceneritore di Roma. Tuttavia, le questioni di sicurezza e la possibilità di danni al depuratore non sono state affrontate in modo esaustivo nel progetto, sollevando dubbi sulla gestione di eventuali emergenze. Piano B: Pozzi e Falda dei Colli Albani: In caso di problemi con il depuratore, Acea ha un “piano B” che coinvolge la realizzazione di quattro pozzi. Questi pozzi, come specificato nel progetto, attingerebbero dalla falda dei Colli Albani, un’area idrogeologica critica che si estende da Rocca di Papa ad Ardea e Pomezia. La falda è già in forte sofferenza, come evidenziato da recenti allarmi da parte di Acea Ato 2 sulla crisi idrica nella zona. Piano C: Acqua Potabile dal Centro Idrico Acea di Santa Palomba: Acea prevede anche di prelevare acqua potabile, pari a 2 litri al secondo, dal Centro Idrico Acea di Santa Palomba a Pomezia. Questo solleva ulteriori preoccupazioni tra i residenti di Pomezia e Ardea, due comuni già colpiti da una forte crisi idrica da oltre un decennio. Reazioni e Resistenza Locale: Numerosi sindaci, tra cui quelli di Albano Laziale, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Colonna, Nemi, Frascati, Ciampino, Lanuvio, Monte Porzio Catone, Marino, Monte Compatri e Rocca Priora, stanno esprimendo forte opposizione alla costruzione dell’inceneritore. Hanno richiesto un dibattito pubblico sulla questione, evidenziando la necessità di valutare criticità e alternative. Appello alla Presidente del Consiglio dei Ministri: Questi sindaci hanno inviato una nota ufficiale alla Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e al Commissario Straordinario di Governo, Roberto Gualtieri, chiedendo un dibattito pubblico sulla realizzazione dell’inceneritore. Il loro appello sottolinea la richiesta di coinvolgere le comunità locali nella discussione e di ottenere informazioni dettagliate sul progetto. La controversia sull’inceneritore di Roma evidenzia le preoccupazioni ambientali e idriche nelle comunità circostanti. La necessità di un approccio sostenibile e trasparente nella gestione delle risorse idriche è ora al centro del dibattito, con la speranza che il coinvolgimento delle autorità locali possa portare a decisioni che tengano conto delle esigenze delle comunità coinvolte. FONTI: www.ilcaffe.tv e www.romatoday.it