Da Monti Prenestini a Roma: Un Viaggio di Gusto al Supplì Festival di Eataly

Se abiti ai piedi dei Monti Prenestini e desideri trascorrere una giornata diversa, all’insegna dei sapori autentici della cucina romana, il Supplì Festival di Eataly Roma è la meta perfetta. Dal classico supplì al telefono alle versioni più innovative, l’evento celebra uno dei simboli più amati dello street food capitolino. Il Supplì: Un Capolavoro della Cucina Romana Il supplì è molto più di un semplice snack: è una storia d’amore tra riso, pomodoro e cuore filante di mozzarella. Croccante fuori e morbido dentro, racconta la tradizione romana e riesce sempre a stupire, soprattutto quando viene reinterpretato in chiave moderna. Perché Visitare il Festival Il Supplì Festival di Eataly offre l’opportunità di gustare queste prelibatezze in mille varianti. Gli chef più creativi propongono versioni gourmet con ingredienti locali e di alta qualità. Per gli abitanti dei Monti Prenestini, questo significa poter scoprire nuove combinazioni di sapori che uniscono tradizione e innovazione. Tra le proposte più interessanti troverai: Una Giornata tra Gusto e Cultura Approfittare del Supplì Festival è anche un’ottima occasione per visitare Roma. Dopo aver degustato i supplì più gustosi della città, potrai passeggiare per i quartieri limitrofi e scoprire angoli meno turistici ma ricchi di storia e fascino. Un Evento per Tutti Che tu sia un appassionato gourmet o semplicemente curioso di assaporare nuove versioni del supplì, questo festival è pensato per te. Porta amici e famiglia: sarà un’occasione unica per condividere momenti di convivialità, tra degustazioni, showcooking e racconti di grandi chef. Un Viaggio di Sapori da Non Perdere Per gli abitanti dei Monti Prenestini, partecipare al Supplì Festival di Eataly è l’occasione perfetta per vivere Roma da un punto di vista diverso, gustoso e autentico. Lasciati tentare dalla croccantezza di un supplì appena fritto e scopri quanto può essere sorprendente questo piccolo grande capolavoro della cucina romana. Date e Orari: Le casse chiudono 30 minuti prima della fine dell’evento. Eataly chiude alle 24.

Carnevale Zagarolese 2025: Un’esplosione di colori allegria e tradizione

Il Carnevale Zagarolese 2025 è pronto a trasformare il centro storico di Zagarolo in un palcoscenico di maschere, carri allegorici e musica coinvolgente. Questo evento, atteso da tutti, è l’occasione perfetta per immergersi in un’atmosfera di festa, dove grandi e piccini possono vivere un’esperienza unica, ricca di emozioni e sorrisi. Dal 23 febbraio al 4 marzo, Zagarolo accoglierà migliaia di visitatori per un Carnevale che promette di essere indimenticabile. La città si prepara a ospitare sfilate spettacolari, caratterizzate da coloratissimi carri allegorici che attraverseranno le vie del paese, accompagnati da gruppi in maschera e dalla musica che farà ballare ogni angolo. Non mancheranno eventi dedicati ai più piccoli, con spettacoli pensati appositamente per intrattenerli in un’atmosfera di pura magia. Ma il Carnevale Zagarolese non è solo sfilate e feste: la vera essenza di questo evento risiede nella partecipazione della comunità. Le scuole, le associazioni locali e i residenti sono parte attiva nella creazione dei costumi, dei carri e degli spettacoli. Ogni anno, la città si trasforma grazie all’impegno e alla creatività di chi vive qui, che contribuisce a rendere ogni edizione del Carnevale unica. Le attività inizieranno con il coinvolgimento delle scuole locali, che parteciperanno a laboratori creativi e sfilate dedicate ai più giovani. I bambini saranno protagonisti di eventi pensati per farli divertire e, allo stesso tempo, per educarli alla tradizione di questo straordinario evento. La magia del Carnevale inizia infatti dalla scuola, dove la fantasia dei piccoli prende forma in maschere, costumi e scenografie. Per chi cerca un’esperienza più intima, Zagarolo offre anche una serie di appuntamenti alternativi, come i laboratori creativi del Filobus della SARC, che coinvolgeranno famiglie e bambini in attività artistiche e manuali. Un’occasione per vivere il Carnevale in modo diverso, mettendo alla prova la propria creatività e imparando a realizzare oggetti e decorazioni in tema carnevalesco. Zagarolo, una delle gemme dei Castelli Romani, è la location perfetta per ospitare un evento di questa portata. Con il suo affascinante centro storico, i vicoli caratteristici e la vista panoramica sui colli circostanti, il paese si presta perfettamente a diventare il cuore pulsante della festa. Qui, tra piazze e vicoli, il Carnevale prende vita, animando ogni angolo del paese con suoni, colori e risate. Non c’è dubbio: il Carnevale Zagarolese 2025 sarà un evento da non perdere. Un’occasione per scoprire Zagarolo in una veste inedita, tra tradizione, divertimento e allegria. Ogni angolo del paese sarà pronto ad accogliervi con il suo spirito festoso, facendo vivere a tutti i partecipanti un’esperienza unica e irripetibile. Vi aspettiamo, maschere e coriandoli sono pronti a invadere Zagarolo! Da segnare sul Calendario:

Natura Storia e Tradizione Gastronomica: I Monti Prenestini

I Monti Prenestini, una delle aree più affascinanti del Lazio, rappresentano un angolo di verde e tradizione che, pur trovandosi a breve distanza dalla capitale, conserva una sorprendente tranquillità e una grande varietà di paesaggi naturali, culturali e gastronomici. Situati nell’entroterra della provincia di Roma, questi monti offrono ai visitatori una fuga dalla frenesia della città, immersi in un contesto ricco di storia, natura e prelibatezze locali. Un’area di grande bellezza naturale I Monti Prenestini si estendono per un ampio territorio che include numerosi comuni, tra cui Palestrina, Zagarolo, San Cesareo, Genazzano, Cave e altri. La zona è caratterizzata da un paesaggio montuoso, con alture che raggiungono anche i 1.000 metri sul livello del mare. Le colline sono ricoperte da boschi di querce, castagni e macchia mediterranea, e la fauna locale include cinghiali, volpi, lepri e una varietà di uccelli. Le numerose riserve naturali e i sentieri escursionistici permettono di esplorare il territorio in modo diretto, tra panorami mozzafiato e la possibilità di avvistare la fauna selvaggia. Uno dei luoghi più suggestivi dei Monti Prenestini è il Parco Naturale dei Monti Lucretili, che offre paesaggi spettacolari e la possibilità di fare escursioni a piedi e in mountain bike. Grazie alla sua biodiversità, quest’area è un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura, che possono immergersi in ambienti incontaminati, respirare aria pura e godere di un’atmosfera di pace. Storia e cultura nei Monti Prenestini I Monti Prenestini sono anche un’importante testimonianza storica. L’area è stata abitata fin dall’epoca preromana e ha visto l’insediamento di diversi popoli, tra cui gli Equi, una tribù italica che ha lasciato tracce indelebili sul territorio. Oggi, molti dei piccoli borghi che costellano la zona conservano un fascino antico, con stradine strette, piazze in pietra e chiese storiche. Un esempio emblematico di storia antica è il sito archeologico di Preneste (l’attuale Palestrina), famoso per il santuario della Fortuna, un luogo di culto che risale al IV secolo a.C. e che oggi ospita il Museo Archeologico, dove sono esposti numerosi reperti che raccontano la storia di questa affascinante città antica. Non lontano da Palestrina, il borgo di Genazzano è famoso per il suo Castello Colonna, che domina il paesaggio circostante, e per il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, meta di pellegrinaggio e di grande rilevanza religiosa. La gastronomia: un viaggio nei sapori locali Ma i Monti Prenestini non sono solo natura e storia, sono anche un luogo dove la gastronomia è protagonista. La cucina locale, come quella di gran parte dei Castelli Romani, si basa su ingredienti semplici e genuini, che raccontano la tradizione agricola del territorio. Tra i piatti più caratteristici della zona troviamo la porchetta, che viene preparata con maiale cucinato lentamente, aromatizzato con rosmarino, aglio e pepe nero. Questo piatto è un’autentica delizia che si può gustare in tutte le sagre e le feste locali, dove viene servito accompagnato da un buon bicchiere di vino dei Castelli Romani. Inoltre, i Monti Prenestini sono noti per i loro formaggi, tra cui il pecorino e il cacio, spesso abbinati a salumi locali. Un altro prodotto di grande qualità è l’olio d’oliva, prodotto in molti dei comuni che costellano questa zona. Le olive, di varietà come la sabina e la moraiolo, sono trasformate in olio extravergine dal gusto intenso e fruttato, ideale per condire i piatti tipici del territorio. Non possiamo dimenticare i vini, prodotti da aziende vitivinicole storiche, come l’azienda vinicola Cilia a Palestrina. I vini dei Monti Prenestini, soprattutto quelli bianchi e rossi, sono apprezzati per il loro carattere, che riflette la complessità del territorio e la passione dei produttori locali. I borghi e il turismo I piccoli borghi dei Monti Prenestini sono un’altra attrazione imperdibile per chi visita questa zona. Ogni paese ha una sua identità e una sua tradizione, e molti di essi sono situati in posizioni panoramiche che offrono viste straordinarie sulla campagna circostante. Palestrina, con il suo centro storico e i resti archeologici, è una tappa obbligata, così come Zagarolo, famoso per il suo Palazzo Rospigliosi e per la sua vivace vita culturale. Genazzano, oltre al già citato Castello Colonna, è noto per il suo borgo medievale, con stradine acciottolate e angoli caratteristici che raccontano la sua lunga storia. San Cesareo, infine, offre un’atmosfera tranquilla, ideale per chi cerca una pausa rilassante lontano dal caos delle grandi città. In sintesi, i Monti Prenestini sono una destinazione ideale per chi cerca un turismo autentico, che unisce la bellezza naturale alla storia, alla cultura e alla gastronomia. La zona è perfetta per escursioni, passeggiate, visite culturali e, soprattutto, per gustare i piatti tipici locali. Tra i suoi borghi, le tradizioni e le bellezze paesaggistiche, i Monti Prenestini rappresentano una risorsa preziosa per il Lazio e un luogo dove ogni visita si trasforma in un’esperienza unica e indimenticabile.

Carpineto Romano: Il Borgo del Tartufo tra Storia e Natura

Situato tra le vette dei Monti Lepini, Carpineto Romano è una delle mete ideali per chi desidera un’esperienza all’insegna della natura, della cultura e della gastronomia. Conosciuto come il “borgo del tartufo”, questo incantevole paese rappresenta una destinazione perfetta per una gita fuori porta, soprattutto per chi parte dai Monti Prenestini e vuole immergersi nella bellezza autentica del Lazio. Un Borgo Tra Storia e Tradizione Carpineto Romano vanta un fascino medievale, con vicoli stretti, piazze suggestive e palazzi storici che raccontano la sua lunga storia. Il borgo ha dato i natali a Papa Leone XIII e conserva un patrimonio culturale di grande valore, tra cui chiese, conventi e antiche abitazioni che testimoniano il suo glorioso passato. Passeggiando tra le sue stradine, si respira un’atmosfera d’altri tempi, arricchita da eventi e manifestazioni che celebrano le tradizioni locali. Tra questi, spiccano le rievocazioni storiche e le sagre dedicate ai prodotti tipici, che ogni anno richiamano visitatori da tutta la regione. Un Paradiso per gli Amanti del Tartufo Carpineto Romano è famoso per il tartufo, un’eccellenza del territorio che arricchisce i piatti della cucina locale. Il borgo ospita eventi dedicati a questo prezioso fungo ipogeo, offrendo agli appassionati la possibilità di degustare piatti prelibati preparati con tartufo nero e bianco. Ristoranti e trattorie locali propongono specialità irresistibili come fettuccine al tartufo, bruschette condite con tartufo fresco e secondi piatti che esaltano i sapori di questa prelibatezza. Una visita a Carpineto non può dirsi completa senza aver assaporato un buon piatto a base di tartufo accompagnato da un vino locale. Natura e Trekking tra i Monti Lepini Oltre alla gastronomia, Carpineto Romano offre paesaggi spettacolari per gli amanti della natura e delle escursioni. I Monti Lepini, con i loro sentieri immersi nel verde, sono perfetti per trekking e passeggiate all’aria aperta. Tra le escursioni più affascinanti, spiccano quelle che conducono al Monte Semprevisa, la vetta più alta della catena montuosa, da cui si può godere di una vista mozzafiato sulla campagna laziale fino al mare. Anche le grotte e le formazioni carsiche della zona rappresentano un’attrazione imperdibile per chi ama la speleologia e le avventure in mezzo alla natura. Un’Idea Perfetta per una Gita Fuori Porta Per chi parte dai Monti Prenestini e cerca una destinazione autentica e suggestiva, Carpineto Romano rappresenta un’opzione perfetta. Il borgo è facilmente raggiungibile e permette di trascorrere una giornata tra storia, buon cibo e natura incontaminata. Che sia per una passeggiata tra le sue stradine medievali, una degustazione di tartufo o un’escursione panoramica, Carpineto Romano è una meta da non perdere per chi vuole scoprire un angolo autentico e affascinante del Lazio. Con l’arrivo della bella stagione, non c’è momento migliore per esplorare questo borgo incantevole e lasciarsi conquistare dalla sua atmosfera unica.

Labico: Storia Tradizioni e Sapori

Radici Storiche e Evoluzione del Nome Le prime tracce documentate di Labico risalgono all’VIII secolo, quando era noto come Fundum Longoienianum, un nome probabilmente derivato dal proprietario originario, un certo Longus. Inizialmente parte del patrimonio della Chiesa Romana, il territorio passò successivamente sotto il controllo di alcune delle più influenti famiglie nobiliari italiane, tra cui i Conti Tuscolani, i Conti di Segni, gli Sforza Santafiora, i Barberini e infine i Pamphili. Fu solo nel 1880 che il borgo assunse ufficialmente l’attuale denominazione di Labico, ispirata alla storica Via Labicana, antica strada consolare romana che lo attraversa. Figure Storiche di Rilievo Labico ha dato i natali a personalità di spicco nel panorama culturale e storico italiano. Tra queste, spicca Francesco de Ficoroni, noto per la celebre Cista Ficoronis, oggi custodita presso il Museo di Villa Giulia a Roma. Durante il XX secolo, il paese ha visto nascere Raffaele Aversa, uno dei martiri delle Fosse Ardeatine, e lo chef stellato Antonello Colonna, ambasciatore della tradizione gastronomica locale. Luoghi da Scoprire Il borgo conserva numerose testimonianze storiche e architettoniche di grande fascino: A pochi passi dal centro abitato, lungo la suggestiva Valle delle Canepine, si possono ammirare otto fonti e fontanili scavati nel tufo, risalenti all’epoca romana e ancora oggi alimentati da cunicoli sotterranei. L’area ospita inoltre i resti dello Stadio ad pictas e una grande cisterna romana, nota come “Grotta Mammea”. Tradizione Gastronomica Labico vanta una cucina ricca di sapori autentici, tramandata di generazione in generazione. Tra i piatti tipici troviamo: Nel cuore del borgo, passeggiando per le sue vie, si possono scorgere mattonelle in ceramica con incise le ricette dei piatti tradizionali, un’iniziativa che celebra e tramanda il patrimonio culinario locale. Prodotti Tipici e Eccellenze Locali Labico può vantare alcune eccellenze gastronomiche riconosciute con marchio De.Co. (Denominazione Comunale di Origine): Con la sua ricca eredità storica e culturale, Labico non è solo un borgo da visitare, ma un luogo da vivere, immergendosi nei suoi sapori, nelle sue tradizioni e nella sua atmosfera senza tempo.

Un Viaggio nella Storia

Nel cuore di Artena, incantevole borgo dei Monti Lepini, sorge il Museo Archeologico “Roger Lambrechts”, un luogo che custodisce e racconta la ricca storia del territorio. Grazie alle sue collezioni, questo museo rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la conoscenza delle antiche civiltà che hanno abitato la regione. La Storia del Museo Il museo prende il nome dall’archeologo belga Roger Lambrechts, che dedicò gran parte della sua carriera allo studio delle antiche popolazioni del Lazio. I suoi studi e le sue ricerche hanno permesso di riportare alla luce importanti testimonianze del passato, oggi esposte nel museo di Artena. Le Collezioni e i Reperti Il percorso espositivo del Museo Archeologico di Artena permette di immergersi nella storia attraverso reperti che spaziano dalla preistoria all’epoca romana. Tra le collezioni più significative vi sono: Un Centro di Ricerca e Divulgazione Oltre ad essere un museo, la struttura rappresenta un vero e proprio centro di ricerca. Gli studiosi e gli appassionati di archeologia possono approfondire le conoscenze sulle antiche civiltà locali grazie a conferenze, mostre temporanee e laboratori didattici organizzati periodicamente. Visitare il Museo Il Museo Archeologico “Roger Lambrechts” è facilmente raggiungibile e rappresenta una tappa imperdibile per chi desidera scoprire le radici storiche di Artena e del Lazio. La visita permette non solo di ammirare reperti di grande valore storico, ma anche di comprendere meglio il passato di questa affascinante regione. Che tu sia un appassionato di archeologia, uno studioso o semplicemente un visitatore curioso, il Museo Archeologico “Roger Lambrechts” saprà offrirti un’esperienza culturale unica, immergendoti in un passato lontano ma ancora ricco di fascino.

La Storia di San Cesareo

San Cesareo vanta una storia affascinante e complessa, frutto delle molteplici vicende che hanno caratterizzato il territorio nel corso dei secoli. Situato sulle pendici nord-orientali dei Colli Albani, a un’altitudine di 315 metri sul livello del mare, si trova a circa 29 km da Roma, lungo il tracciato dell’antica via Casilina. Grazie alla sua posizione strategica, San Cesareo ha sempre rappresentato un punto cruciale per i collegamenti nella Campagna Romana sud-orientale ed è oggi un nodo fondamentale della rete autostradale nazionale. Nonostante la sua istituzione come comune sia avvenuta solo nel 1990, con la Legge Regionale n. 32 del 23 marzo, il territorio ha radici storiche profonde e un ricco patrimonio archeologico. L’area si inserisce nell’antico agro Labicano, tra le città di Tusculum e Praeneste, celebri per la fertilità del suolo, la produzione vinicola e le coltivazioni ortofrutticole. A partire dal II secolo a.C., accanto alle tradizionali fattorie agricole, sorsero le ville di otium appartenenti a figure di spicco dell’antica Roma. Tra queste, spicca quella di Giulio Cesare, che qui redasse il suo celebre testamento nel settembre del 45 a.C., pochi mesi prima della sua morte. Successivamente, l’area si sviluppò ulteriormente sotto le dinastie Giulio-Claudia e Flavia, fino all’ascesa di Massenzio, proclamato imperatore nel 306 d.C. dai pretoriani e dal popolo romano proprio in questa località. Nel periodo romano, il sito era conosciuto con il nome di Ad Statuas per la grande quantità di statue presenti nella zona e rappresentava un importante snodo lungo la via Labicana, da cui partivano diramazioni verso Praeneste, il Santuario della Fortuna Primigenia, il passo dell’Algidum sulla via Latina, Tusculum e Gabii. In questo centro, sorgevano locande, taberne ed edifici commerciali, costituendo una vera e propria statio romana. Alcuni resti archeologici, tra cui tratti basolati della via Labicana, sono stati rinvenuti tra il 1993 e il 1995 sotto l’attuale Largo Villa Giulio Cesare. Nel Medioevo, il territorio fu sotto il controllo dei Conti di Tuscolo, e nel 1050 i Monaci Basiliani della Badia Greca di Grottaferrata vi fondarono una grangia fortificata, dedicandola a San Cesareo in onore degli imperatori che avevano abitato questi luoghi. Dopo la distruzione di Tusculum nel 1191, alcuni superstiti trovarono rifugio nel borgo, noto nei documenti medievali come “Burgus et Castrum Sancti Caesarii”. Nel 1333, l’area divenne teatro delle guerre baronali tra i Colonna e gli Orsini, culminate in episodi di assedi e devastazioni che portarono al progressivo abbandono del castello nel XV secolo. Nel 1622, il feudo passò dai Colonna ai Ludovisi, che avviarono ricerche per recuperare opere d’arte antica, molte delle quali confluirono nella celebre Collezione Ludovisi. Nel 1670, San Cesareo divenne proprietà dei Rospigliosi Pallavicini, che trasformarono il territorio in una vasta tenuta agricola di oltre 1600 ettari. I lavoratori provenivano principalmente dai paesi limitrofi, soprattutto da Capranica Prenestina, e vivevano in insediamenti di capanne. Fu solo nel 1919 che l’Opera Nazionale per i Combattenti espropriò la tenuta, dando vita a un’azienda agricola modello e alla ricostruzione del centro abitato, inaugurato nel 1928. Nel secondo dopoguerra, San Cesareo conobbe un rapido sviluppo, passando da un’economia agricola a un settore commerciale e artigianale in forte espansione, grazie anche alla vicinanza con Roma. La Villa di Massenzio Ad est del Colle della Villetta, si trovano le rovine di un imponente edificio romano, noto in passato come “La Torraccia” o “La Rotonda di San Cesareo”. Si tratta di un ninfeo monumentale a pianta centrale, sviluppato su due livelli: l’esterno aveva una forma quadrata, mentre l’interno era circolare, con il piano superiore di conformazione ottagonale. L’area inferiore era caratterizzata da esedre circolari con ampie finestre, mentre le volte erano arricchite da decorazioni in lacunari ottagonali e pareti rivestite in marmi policromi. Le dimensioni originarie erano di circa 20,5 metri di diametro per un’altezza di 18 metri. L’analisi delle tecniche edilizie e della struttura colloca la costruzione all’inizio del IV secolo, periodo in cui l’imperatore Massenzio risiedeva nella zona. La villa è stata riscoperta nel 2010 e il Comune di San Cesareo è in attesa di finanziamenti dal Ministero dei Beni Culturali per avviare scavi e restauri, con l’obiettivo di riportare alla luce questo straordinario complesso archeologico di inestimabile valore.

Il Carnevale Storico Prenestino: Una Tradizione che Rivive a Palestrina

Il Carnevale Storico Prenestino, che si celebra ogni anno a Palestrina, è uno degli eventi più attesi dell’inverno laziale. Con le sue radici profonde nella storia della città e delle tradizioni popolari locali, questo carnevale non è solo un’occasione di festa, ma anche un viaggio nel passato, che porta con sé leggende, simboli e usanze secolari. Le Origini del Carnevale Storico Prenestino Il Carnevale di Palestrina affonda le sue radici nel Carnevale medievale, ma ha acquisito la sua forma moderna nel corso dei secoli. Anticamente, le celebrazioni erano caratterizzate da riti agricoli e sacri, ma nel tempo si sono evolute in una vera e propria festa popolare. Il Carnevale Storico Prenestino si distingue per la sua autenticità e il legame indissolubile con la tradizione locale, che ancora oggi coinvolge l’intera comunità. Durante il periodo di Carnevale, Palestrina si trasforma in un palcoscenico vivente, dove le strade e le piazze si riempiono di maschere, carri allegorici e danze tradizionali. Le antiche tradizioni della città si mescolano con il divertimento, creando un’atmosfera di gioia collettiva. I Carri Allegorici e le Sfilate Una delle caratteristiche distintive di questo Carnevale è la sfilata di carri allegorici, che si snodano lungo le principali vie della città. I carri, realizzati con grande impegno e creatività dai gruppi locali, rappresentano scene di vita quotidiana, miti e leggende legate alla storia di Palestrina e dei suoi abitanti. Ogni anno, i carri vengono preparati con cura per portare in scena una visione simbolica che celebra l’identità culturale di Palestrina. I partecipanti, vestiti con costumi colorati e spesso ispirati a figure storiche o mitologiche, accompagnano le sfilate con balli e canti che coinvolgono la folla. La musica popolare e le danze di tradizione, che risalgono alla cultura contadina del paese, sono un elemento fondamentale di questa festa, unendo le generazioni in un’unica celebrazione di allegria. Le Maschere Tradizionali e la Simbologia Il Carnevale Storico Prenestino è anche un’occasione per rivivere le tradizioni delle maschere storiche. Tra le più celebri spiccano Pulcinella e Arlecchino, che, pur appartenendo alla tradizione napoletana, sono ormai entrati a far parte della cultura carnascialesca di tutta Italia. A Palestrina, queste maschere vengono reinterpretate con un tocco locale, dando vita a personaggi divertenti e ironici che popolano le piazze durante le celebrazioni. Ogni maschera ha una sua simbologia, che affonda le radici nella storia della città e nei suoi miti. A Palestrina, le maschere non sono solo parte di un gioco di travestimenti, ma rappresentano anche una riflessione sulla condizione umana, sulle lotte sociali e sulle tradizioni popolari che si perpetuano nel tempo. Il Cibo e le Tradizioni Culinarie del Carnevale Non si può parlare di Carnevale senza menzionare le prelibatezze culinarie che accompagnano queste festività. Il Carnevale Prenestino è un tripudio di dolci tipici come frittelle, castagnole e frappe, che vengono preparati con amore e passione dalle famiglie di Palestrina. I sapori di queste delizie, che richiamano la cucina tradizionale laziale, sono una parte essenziale dell’esperienza carnascialesca. Oltre ai dolci, non mancano i piatti salati che riflettono la gastronomia locale. I ristoranti e le taverne di Palestrina propongono menù speciali a base di prodotti tipici, come porchetta, salumi e formaggi locali, offrendo ai visitatori un assaggio dei sapori autentici del territorio. Un’Occasione di Coesione Sociale Il Carnevale Storico Prenestino è anche un momento di grande coesione sociale. La comunità si unisce ogni anno per preparare i carri, le maschere e le danze, creando una rete di collaborazione che coinvolge tutte le generazioni. Questo evento rappresenta un’opportunità di riscoprire le tradizioni, ma anche di innovare, sperimentando nuove forme di intrattenimento pur mantenendo intatto il legame con il passato. Le strade di Palestrina si riempiono di cittadini e turisti che, indossando maschere e travestimenti, partecipano a questa festa che è tanto un atto di memoria quanto un momento di svago e di divertimento. In conclusione, il Carnevale Storico Prenestino è un appuntamento imperdibile per chi vuole immergersi nella cultura, nelle tradizioni e nelle leggende di Palestrina. Questo evento celebra il passato, ma guarda anche al futuro, mantenendo vive le tradizioni mentre si apre al mondo. Un’occasione unica per vivere l’autentica magia del Carnevale, dove ogni angolo di Palestrina racconta una storia, ogni maschera ha un significato e ogni sorriso è il frutto di una festa che unisce tutti in un’unica, indimenticabile celebrazione.

Calzini Spaiati a Cave

La Giornata dei Calzini Spaiati è un appuntamento speciale che invita a riflettere sull’importanza della diversità e dell’inclusione. Ogni anno, il primo venerdì di febbraio, scuole e comunità partecipano all’iniziativa indossando calzini diversi tra loro, un gesto simbolico che celebra l’unicità di ogni individuo. A Cave, questa edizione ha acquisito un valore ancora più profondo grazie al kamishibai, un’antica tecnica giapponese di narrazione visiva, capace di affascinare grandi e piccoli con il potere delle immagini e delle parole. Il Kamishibai: una narrazione che emoziona e insegna L’evento ha visto il kamishibai come protagonista, trasformando semplici racconti in esperienze immersive. Questo metodo narrativo, che unisce illustrazioni a una narrazione coinvolgente, ha permesso ai bambini di immedesimarsi nei personaggi e di vivere storie cariche di messaggi positivi legati all’accoglienza e alla solidarietà. L’interazione tra immagini e parole ha reso ancora più tangibile il concetto di inclusione, mostrando come ogni differenza possa diventare una ricchezza. Accanto alle storie raccontate con il kamishibai, i bambini hanno partecipato a laboratori creativi, dove hanno potuto dare libero sfogo alla fantasia disegnando e inventando le proprie storie. Attraverso il gioco e la creatività, i più piccoli hanno esplorato in modo pratico e divertente il tema dell’accettazione dell’altro, imparando che la diversità è un valore da celebrare. Un evento promosso da ANCoS Aps Roma e Provincia L’iniziativa ha ricevuto il prezioso sostegno di ANCoS Aps Roma e Provincia, da sempre impegnata nella promozione di attività culturali e sociali. Grazie a questa collaborazione, il messaggio di solidarietà e inclusione ha raggiunto un numero sempre maggiore di persone, rafforzando l’importanza di costruire una società più accogliente e rispettosa delle differenze. Un’esperienza unica al Museo Lorenzo Ferri di Cave Il 7 febbraio, a partire dalle ore 17:00, il Museo Lorenzo Ferri di Cave aprirà le porte a questa speciale celebrazione. Con un biglietto d’ingresso simbolico di soli 2,50 euro e prenotazione obbligatoria, i partecipanti potranno vivere un pomeriggio ricco di emozioni, divertimento e momenti di condivisione. Circondati dalle opere d’arte del museo, adulti e bambini saranno coinvolti in un’esperienza che unisce cultura, creatività e riflessione, dimostrando che l’inclusione nasce dai piccoli gesti quotidiani e dall’apertura verso gli altri. Un’occasione da non perdere per chiunque voglia celebrare l’unicità e scoprire il potere della narrazione!

Chiesa e Convento dei Frati di San Francesco a Palestrina: Un Tesoro Architettonico e Spirituale

Situato nel pittoresco rione Scacciati, a breve distanza dal maestoso Palazzo Colonna Barberini, il Convento dei Frati di San Francesco rappresenta una delle gemme dell’architettura conventuale francescana nella Provincia di Roma. Fondato nel 1505, questo convento ha giocato un ruolo centrale nella comunità religiosa locale attraverso i secoli. Storia e Evoluzione La presenza francescana a Palestrina ebbe inizio nel 1426, ma fu solo nel 1505 che il convento e la chiesa furono istituiti ufficialmente. Nel 1637, su decreto del Papa Urbano VIII, il convento passò sotto il controllo dei Frati Riformati, contribuendo significativamente alla sua crescita e prestigio. Questo periodo vide frequenti interventi di ampliamento e restauro, segnando l’importanza crescente della struttura nella comunità religiosa e civile di Palestrina. Nel corso della sua storia, il convento subì varie vicissitudini politiche, inclusa la confisca nel 1875 da parte delle autorità statali, ma fu successivamente riacquistato dall’ordine dei Francescani Riformati nel 1875 grazie all’opera del M.R.P. Vincenzo da Jenne, Ministro Provinciale. Nel 1972, il convento fu sottoposto a importanti lavori di restauro e modernizzazione delle sue strutture, mantenendo viva la sua importanza storica e spirituale. Architettura e Opere d’Arte Uno degli elementi più suggestivi del Convento è il suo Chiostro principale, caratterizzato da archi sostenuti da robusti pilastri, con 26 lunette che narrano la storia di San Francesco, databili alla prima metà del Seicento. Questo chiostro rappresenta non solo un capolavoro architettonico, ma anche un luogo di pace e contemplazione. All’interno della chiesa conventuale, dedicata al Santo d’Assisi, si trova un trittico d’altare di straordinario valore artistico, realizzato da Andrea Sabatini nella prima metà del Cinquecento. Il trittico raffigura la Vergine e Gesù, con ai lati Sant’Agapito e San Francesco, mentre sotto sono rappresentate le storie della passione di Cristo. Quest’opera non solo arricchisce il patrimonio artistico della chiesa, ma testimonia anche la devozione e la spiritualità della comunità francescana di Palestrina. Visite e Contatti La Chiesa e Convento dei Frati di San Francesco sono aperti al pubblico con accesso libero dalla strada. Per orari di messe e visite guidate, è consigliabile contattare direttamente la Curia ai seguenti recapiti: In conclusione, la Chiesa e Convento dei Frati di San Francesco rappresentano non solo un importante sito storico e religioso di Palestrina, ma anche un punto di riferimento per chiunque desideri immergersi nella bellezza dell’arte sacra e nell’eredità francescana. Con la sua architettura affascinante e le opere d’arte di valore inestimabile, questo luogo continua a ispirare e a testimoniare la fede e la cultura della comunità locale.